Del Confine
2019
Stampe fotografiche 20 x 30 cm, filo da cucito
L’opera è il naturale completamento dei due dittici che compongono “Per una geografia erratica delle nuvole (o del diritto nomadico degli esseri viventi)” e declina in una serie di immagini surreali l’irrazionalità del dividere la terra in porzioni.
Insieme riflettono su una delle opere più monumentali -benché immateriali- realizzate dall’essere umano: i confini, ossia la divisione più o meno arbitraria dello spazio che, nel momento in cui lo misura, lo definisce. Eppure tali definizioni non sono permanenti ma subiscono variazioni nel tempo: sono come ricami effimeri e arbitrari sulla superficie della terra, a cui tuttavia sono attribuiti potere assoluto e valore innegabile. A volte ne seguono la conformazione, altre ancora sono stabiliti da chi detiene il potere dominante. Ora sono barriere più o meno osmotiche a seconda di chi sia il soggetto che le attraversa.