Sette sott’acqua
2022
Installazione: sette cucchiaini d’argento incisi, sette stampe fotografiche 60 x 80 cm con stampa a rilievo, suono
Dimensioni variabili
“Sette sott’acqua” è una complessa installazione che vuole riflettere sul rapporto parola-suono-memoria e rispondere al quesito “Cosa accade alle parole una volta che sono penetrate dentro di noi?”.
Essa muove dal precedente lavoro “Sette cucchiaini per la fine del mondo” costituito da sette cucchiaini d’argento su cui ho fatto incidere altrettante parole che vorrei restassero dopo la fine del mondo. Nell’installazione “Sette sott’acqua” essi sono accompagnati da altrettante immagini in bianco e nero dei cucchiaini visti dall’alto, sotto alle quali troviamo stampate singolarmente – in bianco su bianco a rilievo – ciascuna delle sette parole, in una sorta di abbecedario muto. Completa l’opera un audio che riproduce un insieme di frasi – nate dalla combinazione delle diverse parole e pronunciate dal computer dell’automobile – che si sovrappongono tra loro fino a generare una sorta di rumore bianco.
L’installazione ha preso nel corso del tempo diverse forme, a seconda dell’ambiente in cui andava a collocarsi.
Il titolo allude al viaggio alle sette parole, giunte nella dimensione interiore, definita “sott’acqua”. Esse, una volta precipitate all’interno, perdono la loro sostanza, cambiano natura e statuto percettivo: la parola pensata per sé è molto diversa da quella pensata per comunicare con l’esterno. Nella prima troviamo una sorta di purezza: essa diventa categoria universale perché destinata a me sola, non è prevista condivisione o negoziazione. Altro è la parola pronunciata per le masse all’infinito, che si accavalla e perde di significato. Essa può essere pronunciata anche da una macchina, poiché non fa più alcuna differenza. L’unica veramente generativa è quella incisa sui cucchiaini, destinata alla comunicazione, ad unire interno ed esterno.